Comunicazione  1


La comunicazione medico-paziente in sessuologia.
L’esperienza della disfunzione erettile


Questo libro nasce dall’esperienza maturata nei primi anni del secolo, quando in seguito alla messa a punto di terapie valide e semplici per la disfunzione erettile, come il sildenafil, vardenafil, tadalafil, avanafil si è venuto creando intorno ai problemi della sessuologia, un tourbillon di notizie, comunicazioni etc.
Spesso una comunicazione risulta errata per una serie di fenomeni, di avvenimenti caratterizzata dalla ignoranza, legata di volta in volta alla mancanza di conoscenze tecniche o di abilità comunicazionali. Ne è nata l’esigenza di rivedere la comunicazione tra medico e paziente, il ruolo dei media e più recentemente dell’intero comparto dei care-givers, cioè di tutti coloro che in qualche maniera somministrano cure. In numerosi incontri con medici, sia di famiglia che specialisti di varie discipline, è emerso sempre di più la necessità di avere conoscenze e abilità comunicazionali, che indubbiamente portano ad un miglioramento del rapporto medico-paziente. Questo si traduce in una serie di ricadute positive per tutti i partners coinvolti nel processo di gestione della salute: i pazienti in primis, ma anche i vari operatori della sanità e la società in generale. Ancora una volta il Sapere, cioè la acquisizione di conoscenze nell’ambito di una problematica, il Fare, cioè il tradurre in comportamenti e fatti concreti le conoscenze, sono le basi per l’Essere: nel nostro caso un Medico, un buon medico con la M maiuscola.
Edito nel 2003 da Kurtis, Milano, il volume è stato distribuito in circa 45000 copie ad andrologi, medici di famiglia ed operatori del settore.

dalla introduzione


L'impotenza, che oggi preferiamo chiamare disfunzione erettile, era considerata dalla medicina ufficiale assolutamente marginale, sia per la scarsa conoscenza delle cause a cui è dovuta, sia, soprattutto, per la mancanza di cure realmente efficaci. Il problema di un'erezione assente o insufficiente emergeva solo saltuariamente, per la riluttanza del paziente e del medico ad affrontare un argomento delicato che era ritenuto di natura essenzialmente psicologica e per la scarsa importanza che aveva la soddisfazione della partner.

L’incredibile sviluppo delle conoscenze della fisiologia del pene e delle disfunzioni erettive che si è avuto negli ultimi trenta anni ha fatto conseguire la messa a punto di farmaci, cure ed interventi in grado di cambiare la storia naturale di questa patologia e la qualità di vita degli interessati.

Ad oggi è possibile la definizione di specifici disordini organici che possono dare origine all'impotenza grazie alle numerosissime ricerche sull'anatomia, la fisiologia e la biochimica della funzione erettile

Negli ultimi anni abbiamo assistito ad un continuo evolversi della scienza e della tecnica e ciò ha permesso il prolungamento della vita media, facendoci però trovare di fronte a problematiche sempre nuove, come il rapporto tra la qualità della vita e le scelte terapeutiche adottate, la bioetica dell'operare medico, il perpetuarsi del predominio delle malattie cardiovascolari, tumorali e delle affezioni degenerative e croniche e, infine, l’importanza dell’assistenza all’ammalato quando la cura non è più possibile.

La medicina, che prima veniva "celebrata" esclusivamente nei grandi poli scientifici ed ospedalieri e per altro vissuta in modo “scientifico assoluto”, adesso invece sente la necessità di confrontarsi anche con altre scienze, per arricchirsi attraverso apporti sempre nuovi (come ad esempio quelli che vengono da quelle "risorse" che sono il territorio e il domicilio del paziente). Nasce così la necessità di un nuovo modello operativo per contribuire ad una migliore umanizzazione dei servizi sanitari, in cui il paziente acquisisce una posizione centrale rispetto alle sue scelte funzionali e al proprio benessere psico-fisico.

In questa nuova etica operativa i bisogni fisici, emotivi, cognitivi e relazionali del paziente devono essere costantemente valutati da tutti gli operatori sanitari. L’operatore sanitario ed il paziente non sono più così distanti: il paziente è in uno stato di bisogno e di "mal-essere" e necessita e richiede aiuto e l’operatore sanitario ha la conoscenza e la competenza per assisterlo. Questo è l’incontro tra due persone e l’operatore sanitario deve riconoscere in questo rapporto una sua responsabilità nel facilitargli il processo decisionale e di maturità, senza assumersi ruoli assolutistici e paternalistici.

 

Questo libro nasce dall’esperienza maturata in questi ultimi anni, quando in seguito alla messa a punto di terapie valide e semplici per la disfunzione erettile, si è venuto creando intorno ai problemi della sessuologia, un tourbillon di notizie, comunicazioni, chiacchere e quanto altro. Spesso una comunicazione risulta errata per una serie di fenomeni, di avvenimenti caratterizzata dalla ignoranza, legata di volta in volta alla mancanza di conoscenze tecniche o di abilità comunicazionali. Ne è nata l’esigenza di rivedere la comunicazione tra medico e paziente, il ruolo dei media e più recentemente dell’intero comparto dei care-givers, cioè di tutti coloro che in qualche maniera somministrano cure. In numerosi incontri con medici, sia di famiglia che specialisti di varie discipline, è emerso sempre di più la necessità di avere conoscenze e abilità comunicazionali, che indubbiamente portano ad un miglioramento del rapporto medico-paziente. Questo si traduce in una serie di ricadute positive per tutti i partners coinvolti nel processo di gestione della salute: i pazienti in primis, ma anche i vari operatori della sanità e la società in generale. Ancora una volta il Sapere, cioè la acquisizione di conoscenze nell’ambito di una problematica, il Fare, cioè il tradurre in comportamenti e fatti concreti le conoscenze, sono le basi per l’Essere: nel nostro caso un Medico, un buon medico con la M maiuscola.


Dal Capitolo I: La Disfunzione Erettile: un problema non solo per il singolo


Un problema sessuale: dirlo o non-dirlo? Questo è il problema. E a chi? E quando? In che modo ? Per un problema fisico è abbastanza semplice, usuale: si sa il come, il quando, il perché, a chi dirlo. Ma quando si parla di sesso, tutto diventa difficile, pesante, talvolta tragico, sempre complesso da gestire. Ciò accade perché la sessualità e i suoi problemi attengono al nucleo più profondo dell’individuo, alla sua identità come persona. U

na disfunzione sessuale, colpendo primariamente una funzione del corpo, mina profondamente non solo il caposaldo dell’identità maschile costituito dalla potenza, ma, anche, l’identità femminile nella sua componente legata alla capacità seduttiva.


 

Eiaculazione precoce


Scritto nel 2014, il piccolo trattato sulla Eiaculazione Precoce, si articola in vari capitoli:
Fisiologia della Risposta Sessuale Maschile
L’identità sessuale
Definizioni di EP
Epidemiologia     
Cenni di eziopatogenesi dell’eiaculazione precoce primaria
C
enni di eziopatogenesi dell’eiaculazione precoce secondaria
C
linica 
L
a condizione al momento della prima osservazione clinica
La diagnosi 
Metodi per la valutazione della EP: Metodi oggettivi e Metodi soggettivi Questionari. per la valutazione della EP
Flow Chart Clinica
Terapia: le opzioni terapeutiche off label
Il ruolo della Dapoxetina
Il Follow up
Terapia psicologico-comportamentale e approccio globale
L’importanza della presa in carico ed il Counselling

Il volume , edito da Primula edizioni, è stato distribuito a migliaia di specialisti e medici di medicina generale


estratto da  L’importanza della presa in carico ed il Counselling

Un’alterazione della sessualità non è un problema che attiene solo l’individuo, colpito nelle proprie radici dell’identità, ma ha rispondenze anche in ambito relazionale [la coppia] e spesso anche sociale (rapporti con il mondo del lavoro, amici etc.). Un intervento terapeutico deve essere intrapreso il prima possibile, cioè prima che si formi quella catena di eventi intrapsichici e relazionali che sgretolano l’individuo e la coppia. Il ripristino della funzione sessuale diventa ripristino dell’identità ….

L’assessment clinico del paziente con eiaculazione precoce necessita di una stretta interazione tra il MMG e lo specialista per poter ottenere in modo semplice ed immediato informazioni molto precise sul vissuto patologico del paziente ed oggettivare il problema. Tale approccio costituisce la base per poter indirizzare il paziente al trattamento più idoneo, avendo così maggiori probabilità di ottenere risultati favorevoli.

Di fronte alla richiesta di intervento per una eiaculazione precoce  occorre:

1.   Accogliere sempre e comunque la richiesta di intervento, ascoltando il paziente con la massima attenzione. Spesso il sintomo di richiesta di aiuto [una richiesta per difficoltà ad urinare o un vago dolore ad un testicolo] nasconde una più vasta sofferenza e copre un altro disturbo, come una disfunzione della erezione o una eiaculazione precoce.

2.   Chiedere alla persona

a.     cosa sente, come si sente, come sente emotivamente, , ovvero come la persona ha vissuto e vive il problema sessuale, che impatto ha avuto sulla sua identità sessuale, personale e di coppia.

b.     cosa pensa, ovvero che idea si è fatto razionalmente del problema sessuale, quali possono essere state le cause, il decorso , le conseguenze.

c.     qual è stato l’approccio somatico, fisico, ovvero le indagini e i trattamenti messi in atto.

3.   Raccogliere sistematicamente:

a.     la storia medica (familiarità di malattie, malattie, interventi, traumi e uso di farmaci nelle varie fasi della vita).

b.     lo stile di vita (fumo, alcol, droghe, sport etc.).

c.     inizio e sviluppo del sintomo sessuale riportato: epoca, modalità, evoluzione

d.     ricostruire con la persona la sua storia (educazione ricevuta, rapporti con i genitori, la scuola, l’ambiente etc).

e.     analizzare il sistema di relazione della persona: partner, figli o loro assenza, il mondo lavorativo e il rapporto con il capo.

4.   Obiettività: ovvero visitare la persona o affidarsi ad uno specialista di riferimento (andrologo, urologo), che sia addestrato dal punto di vista sessuologico ad affrontare una persona con un problema sessuale. Un approccio medico superficiale o “sbagliato” può aggravare un disturbo già di per sé invalidante, come un vaginismo.

5.   Non banalizzare o ridicolizzare la richiesta di aiuto, ma tranquillizzare la persona e /o la coppia.

6.      Impostare una strategia globale di approccio terapeutico che tenga in conto i fattori in gioco, ovvero una TERAPIA CUCITA SUL PAZIENTE (tailored therapy).

 

La sessualità è legata a doppia mandata alla qualità di vita e va da sé che ogni alterazione della prima si tramuta in uno scadimento della seconda. Prendersi cura di un problema sessuale vuol dire approcciarsi a curare la persona intera, confrontarsi con i valori, le credenze, i pregiudizi, le aspettative della persona stessa e del partner e stabilire un iter terapeutico, per quanto possibile, condiviso.  Quindi, ogni intervento mirato a riportare la sessualità ad un buon equilibrio, mediante la correzione di uno stato di anormalità, si traduce, di fatto, in un’azione sulla intera persona e sulla sua qualità di vita. Porgere ascolto alla sofferenza di una persona che sta male, aiutarla ad affrontare problemi fisici e psichici, impostare una pronta, corretta terapia di ripristino della funzione sessuale è oggi vero per il maschio, e, in un prossimo futuro, lo sarà anche per la donna. Ma, il semplice approccio farmacologico (la gente parla di <pillolina magica>) da solo non basta: questo deve essere uno strumento nella relazione medico-paziente. Un farmaco che spesso viene percepito come qualcosa di freddo, agendo attraverso il corpo, ripristinandone la sua naturale funzione, diventerà, anche, terapia della mente e, quindi, curando mente e corpo, curerà l’intera identità dell’individuo. Il medico attraverso la comprensione delle modalità comunicative del paziente e della coppia, può aiutare il paziente a porre rimedio al proprio problema, passando da una semplice attinenza a prescrizioni terapeutiche [la compliance] ad un momento di partecipazione attiva nella gestione della terapia assegnata, in una nuova forma di cooperazione e di aderenza. Il counselling comprende l’intero processo della comunicazione tra medico e paziente, considerata nell’ottica di quest’ultimo e può essere spiegata e riassunta in tre parole, conoscere, capire, comunicare: queste parole, a loro volta, trovano la loro motivazione in una parola antica, ma che deve avere ancora un significato per il medico moderno: curare. Le ragioni per cui una comunicazione medico-paziente diventa difficile sono molteplici, a partire dalla ritrosia del paziente a confidare perfino al proprio medico curante i suoi problemi intimi, come quelli relativi alla propria funzione sessuale, per finire con la difficile posizione del medico, il quale non è preparato ad approcciare tale patologia, che richiede una formazione apposita e si finisce da entrambi le parti per sorvolare l’argomento. Il ruolo del Medico nel quadro delle disfunzioni sessuali è fondamentale, non solo per l’impostazione di corretti protocolli diagnostici e terapeutici, ma soprattutto nel far emergere patologie, tanto taciute dal paziente quanto è invalidanti ai fini della qualità di vita. Questa passa necessariamente attraverso una migliore comunicazione tra i vari soggetti di questo scenario: medici, operatori della salute, pazienti, partners, media, industria, providers di educazione, tutti possono e debbono implementare lo scambio reciproco di informazioni, al fine di promuovere una più precoce presa di coscienza di un problema sessuale, con un conseguente approccio terapeutico, prima che il sistema–paziente si deteriori in maniera irreversibile.