Ricerca & sviluppo

HuMove


Dispositivo indossabile per la diagnosi e la terapia 

di disfunzioni sessuali maschili

 

HuMove è il primo dispositivo creato e  brevettato al mondo per il monitoraggio della capacità erettile ed ella durata di un rapporto sessuale.

Nato da una idea di CBF è stato sviluppato dal gruppo di Biorobotica della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, diretto dal Prof. Paolo Dario e particolarmente sviluppato e implementato dal Prof. Gastone Ciuti.

HuMove è stato oggetto di una pubblicazione su una rivista prestigiosa nel 2014 e dopo una serie di implementazioni soprattutto a livello hardware e software è stato impiegato in vari centri in Italia da andrologia della Società Italiana di Andrologia.


Le premesse

Uno dei maggiori problemi riscontrati nella valutazione diagnostica e nel trattamento di patologie della sfera sessuale, in particolare delle disfunzioni legate all’atto eiaculatorio, risulta essere la mancanza di oggettività della procedura di valutazione diagnostica, effettuata fino ad oggi sulla base di informazioni basate esclusivamente sulla soggettività del paziente o sull’utilizzo di sistemi di conteggio del tempo, tipo cronometri (tecnica dello stopwatch). Un ulteriore problema riscontrato in questo campo è l’influenza che la terapia stessa può avere sulla vita sessuale del paziente, andando addirittura talvolta a peggiorarne le prestazioni sessuali pur essendo teoricamente adatta a curare la patologia.

In questo senso, tra le disfunzioni sessuali più problematiche da trattare vi è la classe patologica relativa all’orgasmo. Per di più tali disfunzioni colpiscono un’ampia parte della popolazione maschile e si manifestano in svariate condizioni patologiche, come eiaculazione ritardata, incapacità eiaculatoria (o aneiaculazione), eiaculazione precoce; quest’ultima in particolare, rappresenta la disfunzione sessuale più comune, con un tasso di prevalenza del 25-40%, ed una distribuzione indiscriminata tra gli uomini di ogni età. Nonostante il notevole impatto sulla vita quotidiana e sulle relazioni interpersonali, le persone affette da tale disfunzione hanno una grande riluttanza a discuterne con il proprio medico, come accade del resto per tutte le disfunzioni di natura sessuale, per imbarazzo o per mancanza di fiducia in un aiuto professionale. Ciò ha limitato molto fino ad oggi lo sviluppo di tecniche diagnostiche e di classificazioni inerenti tale patologia basate su studi di controllo. Le classificazioni e la definizione stessa di questa patologia sono molto variegate, spesso vaghe, risultato del consenso di esperti ed autorità, mai basate su studi di controllo e dunque su dati oggettivi. Anche i tentativi di spiegare l'eziologia di tale patologia hanno incluso una vasta gamma di teorie biologiche e psicologiche, la maggior parte delle quali non risultano basate sull'evidenza e sono relative a mere ipotesi speculative. A tal proposito ci si riferisce ad ansia, prime esperienze sessuali vissute, frequenza dei rapporti, tecniche di controllo eiaculatorio, iper-sensibilità del pene, iper-eccitabilità del riflesso eiaculatorio, eccitabilità, predisposizione genetica (McMahon C.G. et al. Disorders of orgasm and ejaculation in men J. Sex Med. 2004; 1: 58-65; Waldinger M.D. Premature ejaculation: Advantages of a new classification for understanding etiology and prevalence rates, Sexologies (2008) 17, 30—35; McMahon CG., Dapoxetine: a new option in the medical management of premature ejaculation. Ther. Adv. Urol. 2012 Oct;4(5):233-51).

In questo contesto, risulta estremamente complesso per il medico riuscire a capire in maniera univoca se e a quale livello il paziente sia malato, ed elaborare di conseguenza un adeguato piano di trattamento. Come in tutti i tipi di patologie l’obiettivo principale è, infatti, quello di riuscire a risolvere il problema nel miglior modo possibile e in tempi rapidi. In questo caso, tuttavia, è, ad oggi, impossibile disporre di sistemi sicuri ed affidabili che consentano di classificare i pazienti e dunque di effettuare una corretta diagnosi e prescrivere una cura adeguata. In questo contesto i parametri che sono usati sono pochi e alquanto rudimentali:

➢           tempo di latenza eiaculatoria intravaginale (IELT); solitamente calcolato dal paziente stesso attivando un cronometro ;

➢           numero di penetrazioni tra l’inizio del rapporto e l'eiaculazione, valutato tramite un apposito elemento a pulsante, attivato ad ogni colpo dal partner;

➢           il grado di soddisfazione del partner;

➢           valutazione del controllo volontario sull'eiaculazione da parte del paziente.

Se i primi due parametri si basano su dati in qualche modo oggettivi, per quanto rilevati dallo stesso paziente, non si può dire lo stesso degli altri parametri, legati a considerazioni del tutto personali e dunque inadatte a formare un’opinione medica, data anche la reticenza con cui certi argomenti sono affrontati dai pazienti. Molti studi puntano sulla realizzazione di questionari a scopo diagnostico, come ad esempio il Premature Ejaculation Diagnostic Tool (PEDT) descritto da Symonds T. et al. in Development and validation of a premature ejaculation diagnostic tool ( Eur. Urol. 2007; 52: 565–573), ma il loro ruolo è a tutt’oggi solo opzionale nella normale pratica clinica.

Anche il parametro IELT, che, di fatto, è il parametro di classificazione più utilizzato ad oggi negli studi sulla eiaculazione precoce, è stato trattato in vario modo per quello che riguarda il tempo limite per classificare un paziente, che varia da 1 a 7 minuti, anche per effetto dell’assenza di una definizione univoca che fornisca un limite temporale fisso; per questo anche tale parametro non è sufficiente a definire l’eiaculazione precoce.

Inoltre, per quanto riguarda la misurazione di tale parametro IELT o del numero di penetrazioni, i dispositivi utilizzati fino ad oggi sono per lo più dei semplici cronometri o contatori di colpi; si tratta in ogni caso di dispositivi invasivi della privacy e della spontaneità del rapporto sessuale, che aumentano il disagio del paziente durante il rapporto sessuale, oltre ad andare a valutare parametri che, come spiegato sopra, sono del tutto inadeguati nella caratterizzazione della patologia.

E’, pertanto, molto sentita nel settore la necessità di dispositivi affidabili, non invasivi, capaci di misurare parametri fisiologici in modo oggettivo, slegato dalla soggettività del paziente e dunque utile al medico per ottenere informazioni attendibili allo scopo di effettuare una diagnosi o stabilire la terapia più adatta.

Partendo da queste premesse, gli inventori hanno pensato di superare lo stato dell’arte precedentemente descritto, studiando un dispositivo indossabile. Secondo la presente invenzione viene superato lo stato dell’arte precedentemente descritto, fornendo un dispositivo indossabile dal paziente per l’applicazione in zona lombo-sacrale, in grado di registrare parametri inerziali del movimento del paziente al fine di fornire una diagnosi oggettiva della performance sessuale.  Ecco, quindi la nascita del nuovo device definito come HuMove (Ciro Basile Fasolo). Grazie al fatto di essere indossabile, capace di aderire perfettamente al corpo del paziente e di avere peso ed ingombro ridotto, il dispositivo secondo l’invenzione consente il monitoraggio delle performance sessuali del paziente senza interferire in alcun modo con queste; si tratta di un dispositivo altamente non invasivo, che non condiziona in alcun modo né il rapporto sessuale né la relativa valutazione diagnostica dell’azione eiaculatoria. Esso risulta, inoltre, facilmente utilizzabile da chiunque, grazie a meccanismi di utilizzo facili ed intuitivi. Nello stesso tempo, il dispositivo proposto garantisce un’elevata accuratezza nella misura dei parametri fisiologici rilevanti, fornendo informazioni utili al medico per poter eseguire una diagnosi e stabilire una terapia, monitorandone poi gli effetti. Il presente dispositivo si presta, inoltre, a poter essere utilizzato per eseguire autodiagnosi, direttamente a cura del paziente, che potrà valutare il livello della propria prestazione sessuale, costatare od escludere uno stato patologico, senza ricorrere ad un aiuto esterno se non nel momento in cui dovesse avere necessità di una terapia medica. Ciò costituisce evidentemente un grosso vantaggio data la reticenza degli uomini nel trattare questo tipo di argomenti: oltre ad avere un impatto positivo sulla popolazione dal punto di vista fisiopatologico, il presente dispositivo ed il suo utilizzo avrebbero soprattutto un effetto positivo dal punto di vista psicologico. 

Humove 2011

Nell'immagine sottostante, il primo lavoro scientifico con la presentazione di HuMove al mondo degli esperti, la prima versione del prodotto, la sede si applicazione, i tracciati  e il Brevetto .

HUMOVE versione 2022

La nuova versione è decisamente più piccola e maneggevole; inoltre, si connette via Bluetooth con app dedicata per la raccolta dati ed il trasferimenti di questi al personale medico dedicato